Cervicalgia ed esercizi: l'origine, e come contrastarne i fastidi.
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Una prima definizione. |
Alla sommità della colonna vertebrale è presente
un tratto curvo, con angolo poco accentuato, costituito da 7 vertebre, che
prende il nome di Curva Cervicale. Si tratta della struttura di sostegno
della testa e che a questa permette di muoversi nello spazio, con
movimenti rotatori, flessori ed estensori. Accoglie e protegge al suo
interno il midollo spinale, compito di fondamentale importanza per la
nostra salute, poiché una eventuale offesa del tratto cervicale può, secondo la
gravità, portare anche alla paralisi degli arti inferiori e superiori
(tetraplegia) o addirittura al decesso, se il trauma avviene a livello di
C1-C2. La sindrome cervicale ha molteplici origini, con il manifestarsi
dei dolori a livello osseo, nervoso, muscolare, vascolare o ligamentoso
della curva cervicale.
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Curva cervicale: vista laterale
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Da C1 a C7: le vertebre cervicali |
Origine e sintomi della cervicale (cervicalgia). |
Le cause più comuni possono essere:
- il colpo di frusta (in seguito a traumi da incidente);
- la osteoartrite delle vertebre cervicali;
- i colpi di freddo;
- le posture errate;
- le tensioni e gli irrigidimenti muscolari in risposta a stress;
- l'incollamento della struttura in seguito a inattività fisica;
- l'uso di materassi e cuscini inadatti.
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La precisione diagnostica si può ottenere
naturalmente solo attraverso esami come la radiografia o la Tac, ma è facile
riscontrare come all’origine della cervicalgia si instauri spesso una
diffusa contrattura muscolare delle regioni di collo e spalle, provocata
da posizioni posturali errate (assunte durante la giornata o anche durante
il sonno). Si tratta in genere di un'alterazione intervenuta alle
strutture meccaniche poste nella zona delle prime vertebre della colonna.
Queste strutture (muscoli, legamenti, dischi intervertebrali,
articolazioni) permettono sia il movimento (grazie al quale il collo
consente di orientare lo sguardo in ogni direzione) sia il sostegno, con
l'evidente antitesi tra esilità del collo e dimensioni e peso della testa.
Uno gesto improprio, compiuto all'improvviso, o prolungato nel tempo, può
generare delle lesioni nelle strutture sopra menzionate. A questo punto
insorgono le contratture muscolari che a loro volta determinano delle
microlesioni. Quando le lesioni interessano principalmente i dischi e/o le
articolazioni, gli effetti portano all'artrosi. Il fenomeno è legato al
logoramento della cartilagine, ed è incentivato dall'età, e da movimenti
inappropriati, sia per quello che riguarda le modalità di movimento, che i carichi applicati. Le stime
indicano una percentuale del 70% di soggetti adulti che lamentano fastidi
al tratto cervicale, in forme più o meno gravi.
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Come combattere la cervicalgia. |
La terapia più corretta ed efficace, a parte l'uso di farmaci
antinfiammatori (che possono lenire il malessere nella fase più acuta, ma
che non intaccano minimamente l'origine del fastidio) consiste
nell'attuare un programma mirato di esercizi. E' determinante che ciò
diventi una
pratica quotidiana e costante, per periodi medio lunghi. Tali esercizi hanno lo scopo
prima, di mobilizzare le vertebre cervicali, e successivamente di sciogliere le
tensioni accumulate. Si tratta di movimenti da eseguire in modo lento e
misurato, con il duplice scopo di favorire un detensionamento muscolare ed
anche un rilassamento psicofisico. Una azione veloce e/o brusca sortirebbe
addirittura un effetto contrario. Un primo orientamento si può avere
sapendo che, generalmente, i movimenti del collo in flesso-estensione,
quelli che consentono alla testa di piegarsi in avanti verso il petto
(flessione), o indietro verso la schiena (estensione), hanno la
caratteristica di caricare fortemente la regione più bassa della cervicale
(anelli corrispondenti a C5-C6), con un conseguente risentimento soprattutto a livello
delle spalle. La classica postura che assumiamo, invece, ad una scrivania,
lavorando davanti allo schermo di un computer, scarica tensioni anomale
verso la zona cervicale alta (anelli corrispondenti a C1-C2) e origina più facilmente
fenomeni di emicrania. Un approccio terapeutico naturale, che escluda quindi l'impiego
di farmaci, si può realizzare attraverso le terapie che utilizzano il
caldo o il freddo, oppure (ma anche in abbinamento), con esercizi specifici. Il calore
viene applicato per la sua capacità miorilassante, cioè è in grado di
alleggerire le tensioni muscolari, favorendo una condizione di rilascio e
detensionamento. Il freddo, invece, viene impiegato per disinfiammare
l'area e favorire un più rapido smaltimento del metaboliti residui. Una
ulteriore risorsa di imprevedibile efficacia si sta rivelando la pratica
di una regolare e costante
respirazione profonda e rilassata. Il maggiore
volume di ossigeno e la migliorata efficenza dello scambio gassoso a
livello polmonare permette di incentivare la qualità della circolazione
anche a livello delle vertebre cervicali, promuovendo una migliore
elasticità dei dischi e una riguadagnata flessibilità. Si rivela
infine molto utile al recupero della necessaria flessibilità del tratto
cervicale
l'uso della panca ad inversione.
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Gli esercizi di contrasto alla cervicalgia. |
Esercizio (1) Assumere una posizione confortevole, da seduti, e flettere
lentamente il collo, prima su un lato e poi sull’altro, fermandosi alcuni
secondi nella posizione intermedia, tra una flessione e l’altra. Ripetere
per 15-20 volte.
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Esercizio (2) Assumere una posizione confortevole, da seduti, e flettere
lentamente il collo, prima su un lato e poi sull’altro. Con le braccia dietro la schiena,
la mano del lato verso il quale il collo viene piegato stringe il polso del braccio opposto
e lo tira leggermente verso il basso. Si ottiene così uno stiramento dei
muscoli di trapezio e spalla controlaterali. Si conserva questa posizione
per 20-30 secondi, e quindi si cambia lato.
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Esercizio (3) In posizione eretta, flettere lentamente di lato il
collo. La mano del lato verso il quale è piegato il capo spinge
delicatamente verso il basso la testa provocando una leggera tensione.
Nello stesso momento l'altro braccio viene piegato a 90 gradi portando la
mano dietro la schiena. La posizione va mantenuta per 20-30 secondi, e poi
si cambia lato.
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Esercizio (4) Assumere una posizione confortevole, da seduti, e
flettere lentamente il collo, prima a destra, poi indietro, quindi a
sinistra, e poi ancora avanti. Questo movimento realizza una circonduzione
completa del capo. Con le spalle e il collo rilassati ripetere nei due
sensi di rotazione x 10/15 volte.
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Esercizio (5) Con le mani sulle spalle, compiere delle ampie
circonduzioni delle spalle, mantenendo testa e tronco fermi. Ripetere
15/20 volte in un senso di rotazione e 15/20 volte nell’altro.
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Esercizio (6) Per questo esercizio, che ritengo in assoluto il più
efficace e che permette di andare alla radice del fastidio promuovendo nel
tempo un parziale recupero della naturale curva cervicale, è necessario
disporre di una panca ad inversione. Questo attrezzo permette di assumere
una posizione verticale inversa (il capo in basso e i piedi in alto) tale
da consentire un progressivo alleggerimento del carico cervicale ed un
graduale ripristino di distanze più corrette tra una vertebra e l'altra.
Gli effetti sono realmente consistenti e tangibili, ma sono anche
richieste metodica, perseveranza e il rispetto di alcune norme di
comportamento. Ad esempio, la posizione di "lavoro", per così dire,
ottimale è quella completamente verticale, ma non è possibile assumerla
immediatamente. Il nostro organismo richiede di potersi adattare a questa
posizione inconsueta con passaggi intermedi, portando il lettino della
panca a declinazioni via via crescenti. Senza dubbio le prime sedute
potranno impegnarci anche con pochi gradi di declinazione, e con una
permanenza sulla panca di soli 120-180 secondi. Non si abbia fretta e si
colga l'opportunità di favorire anche una distensione muscolare senza la
quale il risultato non potrebbe essere raggiunto. Altre cautele devono
riguardare anche soggetti ipertesi, donne in stato di gravidanza, persone
affette da epilessia, ed in generale tutti coloro che presentino disturbi
incompatibili con la posizione verticale inversa. Ripeto, questo tipo di
trattamento richiede tempo, ed inizialmente, il rilascio delle tensioni e
l'allentamento del carico, potranno addirittura generare dei fastidi nuovi
o peggiorare quelli esistenti. Si tratta di una situazione prevedibile e
che si spiega con la necessità di sbloccare una situazione che, seppur
dolorosa, ha permesso al nostro corpo di trovare un suo punto di
equilibrio. Per quanto precario e doloroso tale equilibrio viene comunque
interpretato dal corpo come una sicurezza e troveremo resistenze quando
cercheremo di cambiare assetto. Fiducia e buona disposizione al
cambiamento potranno in questo caso aiutarci molto.
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