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Premessa. |
Le considerazioni sotto espresse sono
il frutto di una valutazione propria e personale, ancorchè circostanziata,
di esperienze dirette nell'allenamento per dimagrire, condotte presso lo
Studio Personal Trainer di Pesaro. Questa base empirica ha
successivamente trovato il conforto di affermazioni espresse da
riconosciuti autori della letteratura specializzata. |
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Grazie alle loro
ricerche e osservazioni scientifiche, e anche se non sempre pienamente
condivise da alcuni addetti ai lavori, ho potuto trovare il
riscontro a ciò che intimamente ritenevo giusto. |
Una nuova, vecchia, verità sul dimagrimento. |
Consideriamo per un attimo quelle che
abitualmente si ritengono le leggi ferree del dimagrimento:
- ridurre il regime calorico, e passare ad una "dieta", più o meno
articolata, che rappresenterà comunque un motivo per privazioni e
dispiaceri alimentari;
- praticare una qualche attività fitness
a sfinimento, per lunghi periodi.
Perchè queste affermazioni non convincono? Presso lo Studio Personal
Trainer di Pesaro cerchiamo di informare correttamente i nostri
interlocutori, facendo un passo indietro. Tentiamo di
capire come in natura tutto trova una sua collocazione, una sua ragione di
essere, e sebbene l'essere umano si ingegni ad elaborare interpretazioni di
livello sempre più alto, la biochimica dell'uomo continua a rispettare il
proprio codice fondamentale. In base ad alcuni principi, semplici ed efficacissimi al
tempo stesso, come quello del minimo sforzo e della massima resa, o della
omestoasi, o ancora, della autoconservazione, nel nostro corpo è possibile indurre delle modificazioni solo
se queste avvengono con gradualità e se vi è modo di stabilizzarle.
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Partiamo dall'idea, molto diffusa e ampiamente reclamizzata su riviste e
altri media, che sia relativamente facile perdere peso, in buona quantità,
e in un tempo breve. Senza necessità di spingersi molto oltre, prendiamo
come esempio l'ipotesi di un calo ponderale di 10 chilogrammi in un
periodo di 4 settimane. E' davvero facile trovare un centro per
l'estetica che sia in grado di prometterci un simile risultato.
Possiamo dirci soddisfatti? Assolutamente no! Anche se, ad essere onesti,
quando andremo a valutare l'esito del trattamento a fine periodo, con in mano
l'andamento della curva del nostro peso corporeo, quasi certamente dovremo
ringraziare il nostro consulente al dimagrimento, perchè in effetti il
calo di peso corporeo si sarà verificato. Ma a quale costo? Il calo di peso,
che è importante sottolineare, non significa affatto riduzione del
grasso
corporeo (anche se questo era implicitamente il nostro vero obiettivo e
doveva esserlo nella sostanza),
si è risolto molto più banalmente in una semplice eliminazione di acqua, esponendoci a problemi di
varia natura. Lo stato di disidratazione che ne deriva, e al quale
siamo giunti
ridimensionando fortemente l'apporto di calorie (soprattutto in termini di
carboidrati), riduce fortemente le prestazioni dell'organismo, con l'esito,
tra gli altri, di una
generale astenia e di un abbassamento delle difese immunitarie. Con una
disidratazione pari ad un valore del solo 5%, si va incontro ad una
generale debolezza, una maggiore irritabilità, la comparsa di crampi
muscolari, la riduzione del volume plasmatico e la conseguente alterazione
della pressione arteriosa. Fenomeni noti a chi ha "beneficiato" dei
sistemi per il rapido abbattimento del peso. |
Dobbiamo a tale proposito ricordare che un apporto di
100 gr di carboidrati, convoglia a sè acqua per altri 300 gr circa.
Quindi, semplificando, rimuovere anche solo un piatto di pasta al giorno
significa già abbassare il peso di circa 400 gr. E' facile
dunque comprendere come si riesca a ridurre il peso corporeo in così poco tempo. |
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Aggiungiamo un'altra considerazione. Tutti noi abbiamo almeno una volta sperimentato cosa significhi sudare
abbondantemente durante una corsa (o anche una attività diversa, ma
impegnativa, come un
trasloco ad esempio), e al termine trovarci alleggeriti. Una
esperienza comune che aiuta a capire come sia possibile liberarsi di peso
corporeo in modo veloce, ma del tutto fittizio, e certamente non imputabile al grasso.
E non è tutto qui. La complessiva riduzione di calorie, che fa sempre
parte di questi protocolli per la rapida perdita di peso, protratta per periodi di 2
o più settimane, induce nell'organismo un abbassamento del metabolismo
basale, secondo il principio di conservazione. Il corpo, in pratica, avvertendo una
scarsità nell'approvvigionamento alimentare, instaura una procedura
difensiva che tende a salvaguardare le risorse energetiche più ricche (proprio il grasso che
stiamo cercando di eliminare), e al contempo abbassa le sue esigenze
metaboliche, riducendo il consumo in generale. E visto che il nostro
organismo rispetta pienamente il principio, prima enunciato, del minimo
sforzo e della massima resa, provvede ad ulteriori misure di intervento. Riduce
le masse muscolari non ritenute fondamentali per la sopravvivenza,
ed opera il cosiddetto catabolismo muscolare. Grazie a questo escamotage trova modo
di autoalimentarsi (gli aminoacidi provenienti dalla disgregazione
muscolare forniscono una ottima base energetica), e contemporaneamente
riduce le esigenze energetiche (minore quantità di muscoli, minore
esigenza di calorie). Ne risente anche il nostro sistema immunitario che,
perdendo risorse, non potrà svolgere appieno il suo compito e ci
esporrà facilmente alla aggressione di vari tipi di batteri e virus. Ci troviamo quindi in una condizione esattamente opposta a quella
che dovremmo ottenere. |
E allora? |
Seguiamo il suggerimento che madre natura stessa
ci porge: cerchiamo di aumentare il nostro metabolismo, e con esso, l'automatico consumo di calorie.
L'obiettivo si può raggiungere, come
accennato, incrementando le masse muscolari, e alimentandole poi nel modo
più adatto. A questo proposito, riferendomi in particolare alle donne,
ma anche a soggetti maschi con gli stessi timori, non si pensi che possa avvenire una trasformazione radicale
nel nostro orgranismo, e che ci si possa
ritrovare all'improvviso con un ammasso di muscoli, indesiderato, e privo di
armonia. Accade esattamente il contrario. Muscoli netti e ben formati sono
l'unica strada per dare appeal al corpo umano, grazie al ritrovato
equilibrio delle forme. Come ulteriore
elemento di comprensione aggiungiamo che, in effetti, il
riferirsi al solo
peso corporeo come indicatore di miglioramento è altamente fuorviante. Un individuo con un
corpo sano, armonioso, e muscolarizzato, e per molti, ritenuto
esteticamente come un
corpo magro e definito, e anche "leggero", potrà invece
evidenziare all'atto pratico, un peso uguale, o addirittura più alto, rispetto ad
un individuo di fattezze simili, ma con varie adiposità localizzate. E' una verità che
dobbiamo cominciare a digerire se intendiamo seriamente metterci
nell'ottica di un miglioramento qualitativo delle componenti di massa
magra e grasso del nostro corpo. L'altra importante discriminante in grado
di intervenire positivamente sul
metabolismo è naturalmente
l'alimentazione. Presso lo Studio Personal Trainer di Pesaro, quando ci
apprestiamo a studiare una
nuova ipotesi di regime alimentare per un certo soggetto, andiamo a rintracciarne le due
componenti fondamentali: il metabolismo basale, che si riferisce alla
quantità di calorie necessarie a quel particolare soggetto per il
mantenimento delle funzioni vitali in stato di veglia, e il dispendio
energetico complessivo, rappresentato dalle varie, abituali, attività quotidiane.
In questo conteggio dovremo
considerare tutto, come ad esempio le attività domestiche di pulizia della
casa, il tragitto percorso a piedi per fare la spesa, gli impegni della
professione, e naturalmente, l'attività fisico/sportiva. Questa,
è ovvio, non
può assolutamente mancare.
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Dimagrire in palestra. |
Già nelle prime righe di questo articolo
riportavo di una delle convinzioni che spesso ha dissuaso i meno entusiati
dal praticare attività fisica abitualmente. E cioè che per ottenere un
buon risultato di perdita di peso si devono effettuare lunghe sedute di allenamento, sul
tapis roulant, sulla ellittica, o sull'attrezzo suggerito dall'istruttore.
Devo comunque precisare che, effettivamente, prima di applicarsi nelle attività che andrò
ad esporre qui di seguito, è necessario avere effettuato almeno un certo periodo di
condizionamento per l'organismo, atto a predisporre le condizioni ideali
per applicare la metodica. Si può anche affermare che, coloro che già da tempo
sono attivi sotto il profilo aerobico, vi si potranno applicare anche da subito.
L'efficacia del sistema sotto descritto dipende largamente dalla sua capacità di innescare
nell'organismo una risposta di tipo ormonale alle sollecitazioni che trasmettiamo al
nostro corpo tramite l'allenamento. Cerchiamo di comprenderne il meccanismo,
riferendoci al classico esempio dei 30 minuti passati pedalando sulla
cyclette. Ciò che normalmente accade è che quei 30 minuti, in ragione del
tipo di andatura e delle nostre capacità ossidative, portano nel complesso a consumare
un valore compreso tra 150 e 200 calorie, e, di queste,
approssimativamente 70-90 calorie di derivazione lipidica (da grassi).
Con una semplice equazione possiamo dunque tradurre questo consumo, nella migliore delle ipotesi,
in circa 10 gr di
grasso corporeo. Le calorie restanti, quelle che complessivamente ci hanno
permesso di affrontare i 30 minuti di cyclette, sono fornite invece da zuccheri, provenienti
dalle scorte immagazzinate nelle masse muscolari e nel fegato. Il
conteggio è davvero deludente. Esiste tuttavia una pratica alternativa, diversa, più
efficace, per quanto riguarda il metabolismo energetico da fonte lipidica,
e che soprattutto continua a produrre i suoi effetti per alcune ore dopo
che abbiamo terminato l'esercizio. La durata di un allenamento così
concepito, e che applichiamo presso lo Studio Personal Trainer di Pesaro, è di circa 15-20 minuti, compresi i 5-7 minuti destinati al riscaldamento e
i 5-7 minuti del raffreddamento. Per effettuare l'attività correttamente è essenziale tenere a mente queste
indicazioni:
- le due fasi, quella di riscaldamento e quella di raffreddamento,
sono assolutamente da effettuare, sono fondamentali per la buona
riuscita, e non va sottovalutato questo aspetto;
-
per passare ad utilizzare questo sistema si deve obbligatoriamente
essere transitati attraverso un periodo di condizionamento, atto a
capillarizzare efficacemente soprattutto le estremità;
- ogni seduta
di allenamento è un capitolo a sè, e va rapportata alle condizioni
fisiche di quel momento, ciò che conta è ottenere il massimo possibile
in quella precisa circostanza;
- non è una prestazione agonistica,
neanche con se stessi, è unicamente una efficace modalità di
attivazione delle risposte ormonali atte a perseguire l'abbassamento del
grasso corporeo;
- è possibile utilizzare attrezzi diversi, come
tapis roulant, cyclette, ellittiche, stepper, vogatori. Ciò che conta
è poter mantenere una buona fluidità nel passaggio da una fase
all'altra dell'allenamento.
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La giusta velocità nel dimagrimento. |
Quando si ragiona di dimagrimento spesso le
persone si convincono che fare di più possa aiutare a perdere peso più
velocemente. Purtroppo le cose non stanno così, e, anzi, la foga e il
desiderio di ottenere risultati a breve termine rappresentano un ostacolo
in grado di ritardare fortemente il raggiungimento del nostro obiettivo, e
addirittura di comprometterlo. In effetti è facile pensare al dimagrimento
come una corsa contro il tempo, come una specie di gara in cui il nostro
scopo è ottenere prima possibile il risultato. In realtà il nostro
obiettivo deve attestarsi come qualità del risultato e non come quantità.
Ciò che veramente importa è stabilizzare il risultato raggiunto, e
riuscire a mantenerlo nel tempo senza sacrificio. In poche parole deve
essere un risultato sostenibile. E la sostenibilità passa attraverso
alcune semplici domande che dovremmo porci quando ci apprestiamo a
impostare il nostro piano di dimagrimento. - La prima. Siamo in grado di
mantenere il ritmo di attività che vogliamo impostare? Rammentiamo sempre
che la qualità di ciò che stiamo facendo, e non la quantità, saprà
ripagarci adeguatamente nel tempo, senza sorprese e con la soddisfazione
di risultati stabili. Se sin dall’inizio, ripensando i nostri protocolli
di allenamento, dovessimo accorgerci che non sarà possibile mantenere quei
ritmi per più di un mese o due, è meglio lasciar perdere, e cambiare
impostazione. E’ senz’altro meglio alleggerire il carico e favorire una
prestazione che sapremo idealmente mantenere per lungo tempo.
- La seconda.
Sappiamo che attività impegnative e di lunga durata richiedono un dispendio energetico
elevato che solo gli zuccheri sono in grado di fornire (e noi stiamo
cercando invece di metabolizzare grassi)? L’organismo, quando attinge alle
proprie risorse glucidiche, è in grado di fronteggiare richieste
energetiche elevate solo per brevi periodi, dopodiché metabolizza materia
proteica, degradandola a zuccheri. E tale fenomeno, noto come catabolismo
proteico, è quanto di più dannoso ai nostri obiettivi di dimagrimento,
poiché induce una riduzione della massa muscolare e un conseguente
abbassamento del metabolismo. Esattamente il contrario di ciò che vogliamo
ottenere.
- La terza. Abbiamo inserito nella seduta di allenamento esercizi
complessi, in grado di sollecitare più gruppi muscolari alla volta, per
una durata max di 20-30 minuti? Questo indurrà nell’organismo una reazione
di tipo ormonale in grado di agire sui depositi di grasso per un tempo
ulteriore, e che va ben oltre la durata del singolo allenamento. E non
abbasserà pericolosamente il livello di glicogeno normalmente disponibile
nel vostro corpo.
- La quarta. Che tipo di regime alimentare
abbiamo? Un regime alimentare di tipo low carb
favorisce nettamente i risultati. E la strada migliore per affrontare una
simile dieta è certamente condizionare l’organismo verso l’impiego
preferenziale di grassi a scopo energetico. Non solo. Poiché molti
processi metabolici utilizzano grassi come energia primaria, si crea una
situazione di deficit energetico a carico delle riserve di grasso,
incrementando di fatto il metabolismo dei grassi anche da questa via.
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